OLIO DI CALABRIA IGP. PUBBLICATA LA DOMANDA IN GAZZETTA UFFICIALE UE.

Fa un decisivo passo avanti l’Indicazione geografica protetta per l’Olio extravergine di olive di Calabria: il 20 agosto 2016 è stata pubblicata la domanda definitiva di registrazione dell’Igp sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (C 305/08).

E' una notizia importante per tutto il comparto olivicolo oleario nazionale, perchè la produzione di olio di oliva da pressione in Calabria, pari in media a 106mila tonnellate tra 2011 e 2014, fa della regione la seconda produttrice d'Italia, dopo la Puglia.

La procedura prevede cinque mesi dalla data di pubblicazione della domanda, per permettere agli Stati membri di presentare eventuali opposizioni. Decorso tale termine, l’assegnazione del marchio sarà definitiva: la certificazione garantirà che la coltivazione, la molitura ed il processo di produzione siano realizzati interamente in Calabria. Il marchio, spiega Oliverio, riconoscerà "l’eccellenza delle sue produzioni sul mercato nazionale, europeo ed internazionale. La certificazione, tra l’altro, tutelerà i consumatori dai preoccupanti fenomeni di frodi, poiché sarà garantita la tracciabilità su tutta la filiera produttiva”.

Fino a qualche mese fa la Ue aveva sbarrato la strada all’olio extravergine calabrese in base al regolamento 1830, introdotto nel luglio del 2015, l’olio che in questa regione è ricavato prevalentemente dalla varietà di olive Carolea, la cultivar più rappresentativa della regione, che contiene acidi grassi (eptadecanoico, eptadecenoico ed eicosenoico) superiori al limite all'epoca posto dello 0,30%, senza possedere, in più, il requisito minimo di 1000 mg/kg di steroli totali.

I nuovi parametri di purezza declassavano, per piccole oscillazioni del secondo decimale, la pregiata produzione, da sempre riconosciuta e certificata per le sue proprietà organolettiche e chimico-fisiche come un’eccellenza del territorio, al punto di trasformare in rifiuto speciale tutto l'olio con steroli totali inferiori a 1000 mg/kg. In pericolo c'era almeno un terzo del comparto calabrese: Coldiretti Cia e Confagricoltura temevano una perdita secca per agricoltori e imbottigliatori in una regione che vanta un eccezionale patrimonio olivicolo (33 varietà autoctone). Le reazioni di tutta la filiera olivicolo-olearia sono state immediate.

A cambiare il destino dell’olio extravergine calabrese è stata innanzitutto la reazione delle associazioni del settore (Aifo, Aipo, Assitol, Cno, Federolio, Unapol, Unaprol, Unasco), tempestive nel richiedere al ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina la rettifica dei parametri contenuti nel regolamento europeo.